Comune di Carosino

Sede amministrativa

Via Roma 73 74021 Carosino (Taranto)

Enti e aziende del territorio

Identikit

Gli storici che hanno svolto ricerche sull’origine dei Comuni della Provincia di Taranto non concordano circa l’origine del toponimo.
Lo storico A. Cinque ritiene che “Carosino” sia un nome composto derivante da “Carus”, nel senso di “prezioso”, “diletto”, e “situs” (dal lat. situs: luogo), o “sinus” dal latino sinus vallis, fondovalle rispetto le piccole alture circostanti.
Il G. Giovine, invece pur facendolo derivare in egual modo da Carus-sinus, dà al sostantivo sinus un significato religioso riferito al seno della Vergine Maria, il cui culto era diffuso anche per la presenza del santuario già famoso nel XVI° sec.
Le prime fonti storiche certe derivano dai registri angioini e risalgono al 1348, quando il feudo di Carosino fu venduto dai Capitignano ai Palmerio di Capua. Decaduta durante la guerra greco-gotica, si fraziona in casali e casegrotte; l’agricoltura e la pastorizia restano le uniche attività economiche. È noto che nel XV secolo le armate albanesi al seguito di Scanderbeg rasero al suolo il piccolo ed antico casale il cui feudatario Raimondo De Noha fu alleato di Giovanni Antonio Orsini del Balzo, Principe di Taranto nella sua rivolta contro il Re di Napoli nel 1462.
Il casale restò pressoché disabitato per quasi mezzo secolo, come feudo delle famiglie nobili della zona. Nel 1471 fu acquistato dagli Antoglietta e da questa famiglia nuovamente ricolonizzato, con autorizzazione del Viceré di Napoli, Charles de Lannoy, nel 1522. Nel 1517 il feudo divenuto Baronia passò alla famiglia dei Simonetta e poi ancora ai Muscettola nel 1614. Fu in questo periodo che scomparve il rito greco-bizantino e con esso probabilmente la lingua arbëreshe dei coloni albanesi in seguito al massiccio impegno dell’arcivescovo Lelio Brancaccio, che volle estendere il rito cattolico in lingua latina.
La baronia passò ancora di mano agli Albertini e poi agli Imperiali. Nel 1806, abolita la feudalità nel Regno di Napoli, il ducato di Carosino fu proprietà della famiglia Berio – Marulli. Nel 1875, con Carosino già comune del Regno d’Italia in seguito ad un plebiscito, i Marulli vendettero le loro proprietà terriere a Roberto d’Ayala Valva, insieme al Palazzo Ducale.

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