Corropoli ha origini antichissime. Secondo le fonti più accreditate il suo nome viene dal latino “Collis Ruppuli”, ovvero “Colle di Ripoli”. Ripoli, infatti, è il nome dell’insediamento neolitico che sorgeva in parte sul territorio dell’attuale comune di Corropoli. Fu il medico condotto del paese, Concezio Rosa, a scoprirlo nel 1871.
Nel III secolo a.C., l’area di Corropoli entrò a far parte dell’Impero Romano insieme alle zone circostanti. I Romani costruirono sul suolo Corropolese ville e templi pagani. Durante degli scavi tra gli anni ’70 e ’90 sono stati rinvenuti decine di manufatti in terracotta, quali anfore e ciotole, e resti di ville e strutture monastiche sono perdurate fino ai giorni nostri.
Tra il 1393 e il 1760 Corropoli è sotto il dominio degli Acquaviva, duchi di Atri.
Si trova prova della diffusione del cristianesimo durante questo periodo. Sono arrivati fino a noi infatti le suggestive chiese e monasteri come L’Abbazia S. Maria di Mejulano (“la Badia”), il Monastero di Gabbiano e (più tardi) la Chiesa Parrocchiale di Sant’Agnese, il Convento di S. Maria degli Angeli, la Chiesa di S. Giuseppe e la Chiesa di S. Donato.
Risale a questo periodo anche la costruzione della Torre Campanaria di Corropoli, che oggi è considerato il simbolo della città. Ad opera di mastro Antonio da Lodi e della sua scuola, la torre è stata eretta tra il XV e il XVI secolo e fa parte di un gruppo di quattro campanili “fratelli” della provincia di Teramo (gli altri 3 sono quelli di Teramo, Atri e Campli).
Sotto gli Acquaviva, Corropoli conobbe un periodo di fortificazione, vennero costruite solide mura ed un castello baronale nel perimetro che oggi è occupato dalla piazza del paese. Dimora preferita dai Duchi di Atri, gli ultimi ruderi furono demoliti intorno al 1828. Il castello aveva sale di tortura, grandi cantine e stalle per circa 40 cavalli. Corropoli rimase agli Acquaviva fino alla scomparsa di questa famiglia, avvenuta nel 1760 con la morte della duchessa Isabella Strozzi.
Dopo la scomparsa degli Acquaviva, venne demolito il castello baronale per far spazio alla Piazza Piè di Corte (“ai piedi della corte”, in riferimento agli Acquaviva), che ogni turista può tutt’oggi ammirare visitando il paese.
Oggi Corropoli è un paese che, pur mantenendo vivo il suo invidiabile patrimonio storico e culturale, vive un periodo di sviluppo favorito dalle attività economiche, dall’enogastronomia e dal turismo.