Il tessuto urbano era organizzato intorno a due polarità contrapposte, il potere politico e quello religioso. Il primo è rappresentato, appunto, dal Palazzo Sforza-Cesarini, espressione del potere della baronia dei Signori di Genzano. Il secondo, dalla chiesa di S. Maria della Cima, espressione del potere religioso. Tra queste due polarità contrapposte si snoda il dedalo dei tracciati viari interni di cui il più importante è sicuramente Corso Vecchio che congiunge la parte più alta del borgo, a lato del palazzo gentilizio, con la fiancata della chiesa al termine del Corso Vecchio. Su questo tracciato venne costruito, presumibilmente intorno alla metà del ‘600, il palazzo Dave, antica sede municipale, di cui si osserva la facciata che prospetta il lago di Nemi.
Pareri discordanti sull’origine di Genzano: nella Storia di Genzano del 1797 dell’Abate Nicola Ratti, i primi accenni a Genzano sono nella bolla papale di Lucio III (1183). A dare il nome a Genzano sarebbero stati i Genziani, una famiglia nobile a cui il territorio era stato ceduto nel III secolo d.C. Probabilmente negli intenti di questa ricostruzione era quello di confutare la convinzione di un’origine più antica risalente all’epoca del culto pagano di Cynthia. Alcuni contributi degli ultimi decenni dello scorso secolo riconducono, invece, l’origine di un primo addensamento urbano alla necessità di difesa delle popolazioni disperse dopo le invasioni saracene. All’epoca di Lucio III (1183), quando la coltura della canapa sembrava già stabilmente affermata, Genzano potrebbe essere stato un centro abitato, sia pur di modeste dimensioni, ma con autonome basi socio-economiche.
Il borgo fu soggetto alle autorità di diverse famiglie romane, tra cui gli Orsini, i Savelli, i Borgia, ma soprattutto i Colonna che lo possedettero per la maggior parte del tempo alternandosi con i monaci cistercensi. Questo alternarsi della proprietà del borgo antico durò per quasi 100 anni, allorché, nel 1402 il nucleo medievale venne distrutto da un incendio e la sua ricostruzione costrinse i Cistercensi ad alienare numerose proprietà. Infine, i Cistercensi nel 1428 vendettero Genzano e Nemi ai Colonna per la cifra di 15 000 fiorini. Nel 1479 fu acquistato dal Card. Guillaume d’Estouteville e nel 1485 passerà nuovamente ai Colonnesi, ma sotto la giurisdizione della Santa Sede. I Colonna reggeranno Genzano per circa 80 anni, periodo nel quale il borgo ebbe l’esenzione delle tasse, il che portò a un primo lieve incremento demografico. Nel 1564 Genzano passò ai Cesarini. Nei documenti di cessione, Genzano è descritto come un castello con mura fortificate, munito di torri, fortilizi, porte castellane, in gran parte migliorato e restaurato dagli stessi Colonna. Da questo anno in poi, Genzano resta proprietà dei Cesarini, i quali, garantendo stabilità politica e giuridico – sociale, permettono al paese prosperità economica ed il conseguente sviluppo urbanistico.