Monzambano è abitata fin dall’età del bronzo come testimoniano i ritrovamenti di un villaggio palafitticolo in località Fondo Tacoli di Castellaro Lagusello nella frazione di Castellaro Lagusello. Nel 2011 tale area è stata inserita fra i patrimoni dell’umanità dell’UNESCO (all’interno del sito sovranazionale denominato Antichi insediamenti sulle Alpi).
Monzambano faceva parte almeno dal 1199, con Ponti sul Mincio, Peschiera del Garda e Valeggio sul Mincio, del sistema difensivo veronese ad est, costituito da castrum posti in posizioni tattiche per preservare i confini scaligeri. Quando Verona nel 1405 finì sotto l’influenza veneziana, anche Monzambano ne seguì le sorti.
Monzambano rimase sotto la Serenissima fino al 1797, anno della calata di Napoleone Bonaparte in Italia, quando il castello divenne un caposaldo della resistenza veneta ai francesi. Napoleone dopo la vittoria poté da qui partire alla conquista della stessa Verona e Venezia. Con il trattato di Campoformio, Monzambano entrò a far parte della Repubblica Cisalpina, dapprima nel dipartimento del Benaco (maggio 1798), in seguito in quello del Mincio (settembre 1798). Da quel momento, la sua storia si legò a quella mantovana.
Nel corso della prima guerra d’indipendenza, il 9 aprile 1848 Monzambano fu teatro di uno scontro tra una divisione piemontese (generale Breglia) e forze austriache che, dopo aver abbandonato la zona, si attestarono al di là del Mincio distruggendo il ponte. I genieri riuscirono tuttavia a riattivarlo e le truppe piemontesi passarono il fiume costringendo gli austriaci alla ritirata. Nel corso della terza guerra d’indipendenza, nella stessa giornata della sconfitta di Custoza, il 24 giugno 1866, il ponte di Monzambano fu vittoriosamente difeso da cavalleria e fanteria italiana che, comandate da Pianell, respinsero gli attacchi austriaci tesi a tagliare una delle vie di ritirata. Furono presenti nelle due battaglie anche i Carabinieri ai quali il 25 marzo 2006 è stato intitolato lo storico ponte.