Comune di ISERA

Sede amministrativa

Via A. Ravagni 8 38060 Isera (Trento)

Identikit

Le prime tracce di civiltà nel comune di Isera risalgono a un’epoca molto remota, infatti, la località “Corsi di Isera” situata tra l’omonimo abitato e quello di Ravazzone di Mori, è circondata da numerose colline di origine vulcanica che a più riprese sono state interessate da ritrovamenti archeologici. L’archeologo Paolo Rossi e in seguito nel 1970 l’inglese Bearfield, grazie ai loro ritrovamenti, collocarono questa stazione in epoca Neolitica. Data la conformazione geografica del territorio, si può inoltre dedurre che il terreno fosse paludoso e inabitabile causa le frequenti inondazioni del fiume Adige, che in quell’epoca doveva avere una portata molto maggiore; si può stabilire quindi, che le piccole comunità insediativi si dedicassero alla pesca e al commercio con le altre comunità stanziate lungo la valle, ciò è testimoniato da ritrovamenti quali selci lavorate tramite scheggiatura che hanno forma di punte di lancia, seghetti ed arpioni.

Vi è poi un importante complesso risalente all’epoca augustea ossia la villa romana, unica in tutta la val d’Adige. Essa è articolata un due quartieri ben distinti e complementari: la pars urbana, con sale di rappresentanza, ambienti di soggiorno e aree balneari decorate da notevoli affreschi e mosaici, e la pars rustica, composta dai locali e dalle strutture necessari al funzionamento produttivo. Mosaici, affreschi murali e ceramiche hanno consentito agli storici non solo di datare la struttura ma anche di dividerla in tre distinte fasi cronologiche, la prima risalente al I secolo d.C.; la seconda in età tardo antica e la terza fase risalente al XVI.

Su una collina, presso la piccola frazione di Cornalè sorgeva poi Castel Pradaglia complesso di origine romana costruito sicuramente sopra i resti di un antico castelliere d’epoca preistorica e il cui nome deriva probabilmente da prataglia che significa località ricoperta di prati infatti i terreni adiacenti dovevano essere in tempi remoti un estensione verde. Esso si trovava in una posizione molto favorevole per gli usi per cui era stato costruito, cioè come mezzo di difesa e di controllo; inoltre l’essere dirimpetto al castello di Lizzana formava una barriera non facilmente superabile. Di questo castello non si hanno dati precisi riguardanti la prima costruzione infatti i primi documenti che ne parlano risalgono al XII secolo. Si sa inoltre che il castello fu posseduto da feudatari fino a detto secolo ma poi fu venduto al Princevescovo di Trento il quale lo affidò a un certo Crescendone de Pradaja.

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