Comune di Galtellì

Sede amministrativa

Piazza SS Crocifisso 08020 – Galtellì (NU)

Enti e aziende del territorio

Identikit

Galtellì, paese di 2386 abitanti al 2023, geograficamente situato nella parte centro nordorientale della Sardegna nella regione storica della “Baronia”, in provincia di Nuoro è bagnato dal fiume Cedrino e adagiato ai piedi del Monte Tuttavista.
Il suo territorio è prevalentemente pianeggiante e in parte collinare, collocato a 35 metri sul livello del mare; vi si coltivano numerosi vigneti dalle cui uve si ottengono vini che si distinguono per bontà e pregio, inoltre oliveti che producono dell’ottimo olio. Da ricordare il pane carasatu con ben due aziende di panificazione e i dolci della tradizionale pasticceria di mandorle. Distante dal capoluogo di Provincia 35 Km, la sua popolazione è in lieve calo.
Ebbe una frequentazione di antichissime origini, come attestano i reperti rinvenuti nel suo territorio: ipogei del neolitico, la necropoli romana, monete romane, sepolture di epoca medievale che hanno restituito corredi funebri modesti. I reperti sono custoditi presso il Museo Archeologico di Nuoro.
Ricoprì un ruolo di primaria importanza durante il medioevo come attestano le antiche chiese e le fonti che citano l’antica “Civitas Galtellina”, fu sede di Curatoria giudicale e fino al 1449 presieduta dal Barone Don Salvatore Guiso.

Data la posizione strategica divenne sede di Diocesi dal 1138 al 1495 nella chiesa di San Pietro attestata dal 1090, al cui interno è presente un ciclo pittorico di rara bellezza e di gran pregio artistico sui racconti veterotestamentari, rinvenuti solo di recente (anni ’90) in seguito al restauro dell’edificio.
Il nucleo abitativo si formò tra la sede della diocesi e il centro amministrativo della curia regni, protetti entrambi dalla fortezza militare del Castello di Pontes attestato dal 1070, situato appena fuori dall’attuale abitato, del quale oggi restano solo i ruderi dell’antico maniero.
L’economia da sempre basata su agricoltura e pastorizia godeva della protezione della montagna dal pericolo del mare e delle incursioni piratesche ed era favorita dalla fertilità della piana del fiume Cedrino, antica via di trasporto delle merci dall’interno dell’isola verso il piccolo porto nell’insenatura di Orosei, sulla costa, distante pochi chilometri.
Il declino dell’importanza storica inizia con le pestilenze e la malaria che falcidiarono la popolazione, a cui seguì un riassetto dell’organizzazione diocesana dell’isola e una volta decaduta la Diocesi anche l’antico Barone lasciò il villaggio per spostarsi in un nuovo centro più vivace e in sviluppo sulla costa.
Sarà verso la fine del 1300 e primi del 1400 che un nuovo fatto cambierà le sorti della località con l’arrivo di un prodigioso simulacro ligneo sul quale aleggia una leggenda non attestata ma frutto di racconti orali sull’arrivo dal mare, il trasporto sul carro a buoi e il definitivo collocamento nella parrocchia locale per l’impossibilità di far ripartire i buoi che lo trasportavano. Nel tempo la leggenda si è arricchita di integrazioni e si è animata una tradizione di prodigi attribuiti al simulacro, che nel tempo hanno contribuito a far giungere nel piccolo centro baroniese un numero sempre crescente di credenti e pellegrini fino alla data del 1612, passata alla storia come l’anno del miracolo della sudorazione del sangue del santo Cristo di Galtellì, miracolo ripetutosi in altre due occasioni 1624 – 1667.
Dal suo arrivo nel borgo la sacra immagine ha coinvolto spiritualmente ed emotivamente la comunità locale e un numero sempre crescente di pellegrini che giungono da tutta la Sardegna nel piccolo centro per pregarlo e venerarlo.
Seppur la leggenda del suo arrivo sia fantasiosa tuttavia i prodigi e i miracoli che gli vengono attribuiti sono stati riconosciuti in seguito a un processo di informazione chiesto dal Barone locale e messo in atto da ben 5 notai mandati dalla Chiesa che interrogando i testimoni oculari dei fatti rivelarono tutti la stessa versione confermandone la verità.
In realtà il Crocifisso di Galtellì giunse nel borgo con il nuovo Vescovo nominato dal Papa nel 1394 che parti da Roma da dove portò con se la sacra immagine, che nel tempo entrò nel cuore degli abitanti e dei fedeli dei villaggi vicini.
In seguito Galtellì ha conservato un fervore religioso che si esprime nel profondo pathos e nella devozione popolare che animano le principali feste dell’anno liturgico e in particolare durante la Settimana Santa e per la Festa patronale che si tiene il 3 di maggio, giorno del miracolo della sudorazione del sangue. La cultura del vino in questo paese nasce dalla passione e dalla cultura della terra.
Gli abitanti sono sempre stati un popolo di contadini e di pastori come ben testimonia la architettura rurale del paese e come racconta la dimora settecentesca e oggi Museo etnografico Sa domo e sos Marras, antica casa padronale che testimonia la cultura contadina pastorale e vinicola di questo borgo della bassa Baronia.

 

fonti foto www.comune.galtelli.nu.it

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