Il Paese è raccolto, con le case disposte in un’antica ricerca di reciproca difesa, l’architettura umile ma dignitosa delle costruzioni, con la curiosa geografia dei dieci, cento tetti diversi: le due vie principali, sbocco di portici e passaggi ove il sole entra in rapide occasioni; ed ancora il castello monreale dalla facciata superba a dominare la valle e l’Adige che la disegna; una meravigliosa collina vitata, orgoglio di vignaiuoli famosi in tutto il mondo.
L’incontro con le due chiese all’ingresso del borgo induce a serena contemplazione: l’una grande ed austera l’altro autentico gioiello di arte barocca, in una sfida impari tra nuovo ed antico. tutto questo immerso in un bosco a cui mani antiche hanno strappato i prati e le colture con misura ed equilibrio, a degno contrasto con il gruppo brenta che maestoso guarda da occidente.
Lo stemma è costituito da rami d’albero che stanno a simboleggiare l’essenza del luogo (fagetum – paese dei faggi), da due falci incrociate e un martello a ricordare le origini di fatica e lavoro, un tenero cigno bianco per l’orgoglio di mantenere da secoli il proprio territorio esteso verso valle fino al contatto con la piana dell’Adige e con la sua ricchezza d’acqua.
Dietro la chiesetta vicino al Garnì La Ferrata, lungo la statale che porta a Bolzano, nella località Cadino inizia il sentiero di unico accesso alla “Ferrata di Cadino”. Il percorso dura 2 ore e comprende un sentiero di montagna con pendenza attrezzato di cordini per la protezione. Proseguendo il cammino dopo l’arrivo in quota si può raggiungere Faedo Pineta. È una via attrezzata impegnativa e molto tecnica, con possibilità di ammirare il panorama della Piana Rotaliana e le caratteristiche montagne vicine.