Città fiorente di arte e cultura, contraddistinta dal fuoco dell’Etna, Catania è lambita dall’azzurro mare dei Ciclopi e dalle esuberanti terre della Piana, dorate e sabbiose, o del rigoglioso hinterland, nere e laviche.
Fondata Katàne dai Calcidesi nel 729 a.C., ha attraversato la storia e l’avvicendarsi di popoli, civiltà, eruzioni conservandone memoria e “fermenti” all’ombra del magnificente Barocco acclamato, con l’Etna, patrimonio dell’Umanità.
Ed è all’Etna che conducono le “vie” del vino e dei vitigni autoctoni. Lungo un intreccio di sapori, colori, suoni che dai pittoreschi mercati della “Fera ‘u luni” o della “Piscarìa” si diramano sin oltre le mura di Carlo V e della Cattedrale di Sant’Agata, le torri del Castello Ursino o le gradinate del Colosseo nero, e ancora oltre le melodie del Bellini, per lambire i palmenti, le cantine, enoteche o case rurali che “abitano” l’incomparabile strada del vino dell’Etna.
A Catania la cultura viticola ha elementi di pregio sia nell’orografia del terreno, che nella struttura urbana e rurale grazie al palmento, che rappresenta l’antico locale di vinificazione ubicato accanto ai vigneti, struttura tradizionale del territorio etneo costruita in pietra lavica, ancora in uso fino alla metà del XX secolo. Gli antichi palmenti catanesi sono particolarmente suggestivi proprio per la particolarità della costruzione in pietra lavica.
La vicinanza al mare e le brezza salina contribuiscono a dare ai vini di questa zona la caratteristica mineralità che li contraddistingue. Il comune di Catania vanta denominazioni di origine dedicate al vino: Denominazione Sicilia DOC e Denominazione Terre Siciliane IGT, ma sono presenti numerose barbatelle delle varietà autoctone storicamente coltivate: Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio, Carricante, Nero d’Avola e Cerasuolo di Vittoria.
(foto di Roberto Viglianisi)