Banzi

Sede amministrativa

Via Municipio, n.1
Banzi,
PZ,
italia

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Identikit

La cittadina sorge su un territorio collinare che domina l’alto corso del torrente Fiumarella ed ha origini antichissime, abitata già il IV e VI secolo A.C. come testimoniano i numerosi reperti archeologici provenienti dagli scavi. L’antico abitato di Banzi è citato con il nome di Bantia dalle fonti letterarie antiche e vari autori latini, tra cui Tito Livio, Plutarco ed Orazio. La sua importanza è documentata già nel 1730 dal rinvenimento di una vasta necropoli del VI° – IV° secolo a.C., oltre 600 tombe, e la famosa Tabula Bantina. Su questa lastra bronzea, oggi conservata presso il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, scritta su entrambe le facce, sono incise leggi romane del II° secolo a.C. e norme Osche del I secolo a.C. relativa alla fase dell’insediamento Daunio preromano e un’area sacra, risalente alla seconda metà del IV° secolo a.C., nella quale sono stati ritrovati numerosi reperti votivi attualmente esposti nel Museo Nazionale di Venosa. Al periodo romano risale un “templum” augurale databile ai primi decenni del I° secolo a.C., spazio sacro composto da nove ceppi dedicati a diverse divinità dal quale venivano tratti gli auspici attraverso il volo degli uccelli. Sull’antico abitato osco-romano è sorta l’attuale cittadina che mantenne un ruolo importante anche in epoca tardo-imperiale. Nel medioevo il centro fu noto per la Badia di Santa Maria, una delle più antiche fondazioni Benedettine della regione, che nel 797 viene donata dal principe longbardo Grimaldo III o IV al monastero di Montecassino. L’abbazia fu costruita sull’area sacra annessa all’abitato Osco-Romano sullo stesso sito dell’antica Bantia, nell’epoca normanna sveva conobbe il suo massimo splendore, il monastero fu ampliato e consacrato nel 1088 dal papa Urbano II° che per alcuni anni era stato monaco nell’Abbazia a Banzi, il patrimonio monastico s’ingrandì con la concessione di casali e terre da parte dei feudatari di coloni lavoratori. Il monastero che aveva du accessi era un luogo di culto religioso culturale ben protetto, al suo interno era presente il chiosco, la chiesa, il refettorio, le botteghe e all’esterno i campi coltivati. Meta di numerosi per la fama di guarire gli animali infetti o malati e gli uomini affetti da rabbia. Nelle grandi festività della Pasqua e del Ferragosto, dal cortile della Badia al cortile della Chiesa attraversavano per ben tre volte gli animali o gli uomini che volevano ottenere la guarigione. Nel 1300 la comunità Benedettinafu soppressa ed il monastero passò agli Agostiani e poi ai Francescani riformati che costruirono a ridosso della chiesa un nuovo convento Francescano occupando parte del giardino e abbandonando così la vecchia Badia. Con la soppressione della comunità monastiale nel 1807 il patrimonio immobiliare dell’Abbazia viene trasferito al comune di Genzano di Lucania di cui Banzi era frazione. Il latifonodo ecclesiastico subì così una divisione per le vendite in lotti a favore di ricchi possidenti ed anche gli edifici badiali vennero venduti a privati, trasformandoli in abitazioni. Nel 1904 Banzi diventa comune autonomo.

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