Biowine-Biological Wine Innovative Environment

12/04/2018

Grande soddisfazione per l’Associazione nazionale delle Città del Vino per l’approvazione del “Progetto BIOWINE BIOlogical Wine Innovative Environment”, finanziato dal PON Governance per un importo di € 548.658,80. Il progetto coinvolge, infatti, importanti realtà vitivinicole del Veneto, della Campania e della Basilicata da anni associate alla rete e rappresenterà un importante esempio di trasferimento di know-how e di strumenti già sperimentati sui temi dell’innovazione tecnologica, della tutela dell’ambiente e del marketing territoriale.

Gli enti detentori della “buona pratica” sono i Comuni dell’area DOCG Conegliano-Valdobbiadene in provincia di Treviso (Cison di Valmarino, Colle Umberto, Conegliano, Farra di Soligo, Follina, Miane, Pieve di Soligo, Refrontolo, San Pietro di Feletto, San Vendemiano, Susegana, Tarzo, Valdobbiadene, Vidor e Vittorio VenetoComune coordinatore San Pietro di Feletto), mentre i “riusanti” appartengono alle aree del Sannio, del Cilento e della Val d’Agri (Castelvenere, Sant’Agata de’ Goti e Solopaca in provincia di Benevento, Caggiano   e Sant’Angelo a Fasanella in provincia di Salerno, Castelfranci in provincia di Avellino, Roccanova e Grumento Nova in provincia di Potenza – Ente capofila Guardia Sanframondi).

I primi hanno sperimentato la buona pratica nel coinvolgimento proattivo del partenariato, sia istituzionale che socio-economico, nelle fasi di definizione ed applicazione di alcuni atti amministrativi (in particolare di un Regolamento Intercomunale di Polizia Rurale) volti, da un lato, a recepire le disposizioni relative alla riforma di politiche di settore e, dall’altro, a promuovere strumenti efficaci di tutela della salute e del territorio rurale, fino alla definizione di linee guida regionali, all’approvazione di progetti finanziati da risorse UE (es. PSR Veneto) e alla candidatura dell’area come sito UNESCO.

I secondi – che ricadono di due Regioni in ritardo di sviluppo – provano a fare massa critica per la definizione di un proprio Regolamento Intercomunale di Polizia Rurale, una tematica complessa, specie se coinvolge più Comuni. Tuttavia la buona pratica veneta unitaria e partecipata, che verrà trasferita a realtà con caratteristiche geo-morfologiche e agronomiche simili, sarà un valido stimolo per  costruire un processo sostenibile di cooperazione interistituzionale e di confronto dialogico con gli attori territoriali, essendo la condivisione e il lavoro di rete una base di partenza essenziale per la salvaguardia del patrimonio umano e naturalistico e la crescita della competitività delle aziende agricole.

Obiettivo finale del progetto, che prevede il coinvolgimento delle migliori espressioni nel campo della ricerca enologica e territoriale, è dunque quello di creare un modello facilmente replicabile in altre aree interne o rurali che sia di riferimento per un ammodernamento sostenibile dei piccoli Comuni e per alimentare un sistema territoriale in grado di favorire il coordinamento tra i differenti livelli di governo. 

Il Regolamento Intercomunale di Polizia Rurale: un prezioso strumento per lo sviluppo sostenibile del territorio

L’iniziativa dei Sindaci dei Comuni dell’area del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg fondava da una parte sul crescente interesse nei confronti della produzione vitivinicola locale che negli ultimi anni ha portato ad un incremento e concentrazione delle superfici vitate e, dall’altra, sulla possibilità di migliorare i processi colturali con la razionalizzazione dei sistemi di coltivazione e di protezione fitosanitaria della vite. Da queste premesse emergeva, infatti, la necessità che le Amministrazioni Locali aumentassero il livello di attenzione e di sensibilizzazione alla tutela dell’ambiente e della salute umana ed animale, rafforzando la collaborazione con gli agricoltori in considerazione del loro particolare ruolo nella gestione e conservazione del territorio. La richiesta di un intervento normativo che garantisse uno sviluppo sostenibile rappresentava peraltro la manifestazione di un interesse diffuso, sollecitato anche da cittadini e associazioni. Diversi fattori quali l’introduzione della DOCG nell’area storica del Prosecco, le recenti variazioni normative nazionali e comunitarie che regolano il settore agricolo, la candidatura a Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO, imponevano inoltre un cambiamento nel modo di concepire la coltivazione, la produzione  e anche la promozione  di quel prodotto che è diventato il simbolo di queste colline. Da qui l’idea di procedere ad una revisione dei regolamenti di polizia rurale dei Comuni, in un quadro unitario e condiviso, con l’imperativo di proteggere  territorio e biodiversità e di immettere sul mercato prodotti di qualità eccellente non solo dal punto di vista organolettico e sanitario, ma anche portatori di valori e significati, il consumo dei quali sia legato all’idea di uno sviluppo sostenibile e della promozione piena dell’essere umano.

Va sottolineato come tra le tante disposizioni del Regolamento – frutto di un lavoro costante nel tempo, con passaggi e aggiornamenti amministrativi importanti che a febbraio di quest’anno si è “evoluto” in un divieto del ricorso agli erbicidi contenenti glifosate e a tutti gli altri erbicidi, eccetto quelli di origine naturale e biologica, salvo nei casi di vigneti giovani entro i tre anni di vita oppure in aree di pendenza dove risulta impossibile l’utilizzo di mezzi meccanici – figuri l’intento di far conoscere a cittadini e produttori le elementari norme di convivenza in ambiente rurale e in ambiente urbano interessato da attività di natura rurale, di impedire che le tipicità alimentari locali perdano le loro elevate e tradizionali caratteristiche organolettiche e igienico-sanitarie a causa di alcune pratiche moderne di tipo industriale che vorrebbero sostituirsi alle buone pratiche agricole che da sempre connotano i prodotti del territorio e di promuovere l’uso sostenibile di prodotti fitosanitari. (Alessandra Calzecchi Onesti)