Siena è una piccola città ma dalla storia imponente. Lo testimoniano le sue bellezze architettoniche, le opere d’arte, la sua struttura urbanistica, le sue campagne. Un legame forte quello tra città e campagna, testimoniato anche dal celeberrimo ciclo di affreschi di Amborgio Lorenzetti “allegoria del buon governo”, situato nella cosiddetta Sala della Pace del Museo Civico, primo esempio di raffigurazione di paesaggio in forma di progetto politico, voluto dal Governo dei Nove, e realizzato tra il 1338 e il 1339.
In quell’affresco si può idealmente scorgere oggi l’Azienda Agricola Castel di Pugna, nata così come la conosciamo oggi nella prima metà del ‘900, come testimoniano le annate di vino custodite gelosamente nei sotterranei scavati nel tufo e nelle fondamenta del Castello, ma esistente sin dal 1189. Il Castello fu incendiato e semidistrutto dai fiorentini almeno un anno prima della battaglia di Monteaperti che si combatté il 4 settembre 1260. Da qui il nome “pugna”, per altro ricordato anche dallo stemma di famiglia, una torre incendiata.
L’azienda sorge a poco meno di 4 chilometri dalle antiche mura della città, in direzione sud, nei pressi di quella Val d’Arbia dove si consumò la battaglia tra senesi e fiorentini, uno scontro che non fu semplice guerra tra due città rivali, ma segnò i destini del rapporto tra impero e papato in ambito europeo.
Il fondatore dell’azienda, Conte Carlo Alberto Fumi Cambi Gado, eccellente viticoltore di nobile origine patrizio-orvietana, si trasferì nella tenuta di Siena e con grande passione, la stessa che caratterizza l’impegno del figlio Luigi Alberto, selezionò il meglio di ogni singola annata, producendo così un vino di altissimo pregio. Oggi Luigi Alberto Fumi è sostenuto nella conduzione dell’azienda dalla moglie Erica, e dai figli Emanuele e Valentina, il primo si dedica al marketing e all’accoglienza, la seconda è divenuta una chef di primordine e il suo habitat naturale è in cucina. C’è anche il piccolo Tommaso ma per lui per ora parlano i libri di scuola.
I terreni dell’azienda si estendono per 44 ettari di cui 14 di vigneto e 3 di uliveto. I vigneti circondano la nuova cantina, inaugurata da un paio d’anni; una bella struttura che ricorda il classico “podere” toscano, la cui volumetria ben si inserisce nel contesto ambientale e paesaggistico circostante, animato da casali, ville e altri poderi. Qui si producono quattro grandi vini: Ellera Chianti Colli Senesi docg, Ellera Riserva Chianti Colli Senesi docg, Villa Cambi Superiore docg, Castelpugna igt, accompagnati dall’olio extravergine di Castelpugna.
Il vino di maggior successo è sicuramente l’Igt Castelpugna, un sangiovese in purezza che ha mantenuto la sua identità, annoverato tra i cosiddetti “super tuscan“; infatti, mantiene inalterato il suo “essere” sangiovese e non si è mai fatto contaminare dalle mode del recente passato, quando si ricercavano vini supermuscolosi, quasi degli sciroppi, omologati ad un gusto uniforme e poco espressivo del territorio. Ma gli altri vini non sono da meno, e tutti hanno una forte identità chiantigiana e – verrebbe da dire – molto senese.
Una identità che Luigi Fumi vuol mantenere a tal punto da aderire con convinzione ad un progetto in forma di sogno, quello di realizzare un “nuovo” ma antico vino di Siena: Senarum Vinea, appunto, le vigne di Siena.
Il progetto, ideato dall’Associazione Nazionale Città del Vino e realizzato per la parte della ricerca dall’Università di Siena, (per approfondimenti ulteriori vedi il link) ha come obiettivo la salvaguardia di antichi vitigni ancora esistenti all’interno delle mura di Siena (orti conventuali, giardini privati) e anche nell’immediata periferia, testimoni di una viticoltura sicuramente praticata nel Medioevo (ecco che ritorna l’immagine del “buon governo” di Ambrogio Lorenzetti) a Siena e dintorni.
L’azienda Castelpugna custodirà presto le barbatelle di quei vitigni selezionati e salvati dall’oblio (Salamanna, Procanico, Occhio di pernice…) e che, dopo una accurata micro vinificazione, risulteranno i più idonei per diventare il vino della città. Tra di essi vi sono anche vitigni ancora non catalogati, nonostante i confronti sul dna e gli esami fatti; pertanto è molto probabile che si tratti di antiche qualità ancora sconosciute.
Intanto, in attesa del Senarum Vinum, si possono degustare i vini dell’azienda nel corso di eleganti e raffinate degustazione che si svolgono presso il “Granaio”, con il suo bel camino a legna, ottimo per le grigliate di carne chianina. Qui gli eventi enogastronomici sono all’insegna della valorizzazione del territorio e dei suoi prodotti, come i salumi di Cinta Senese, ma si possono realizzare anche eventi personalizzati.
Qui detta legge Valentina, giovane chef ma con il piglio di una veterana. Eccellente la sua ribollita (piatto che sorprende ogni volta), ma ottimi anche i ragù a base di carne chianina e le verdure di stagione, condite con l’olio extra vergine prodotto sempre dall’azienda.
Per chi vuole fare un’esperienza ancora più accattivante, può sperimentare la qualità dell’ospitalità della famiglia, magari sostando alcuni giorni scegliendo di alloggiare o in una delle tre stanze della Residenza d’Epoca situate all’interno della Villa (stanza Bianca, stanza Rosa e stanza Azzurra), o in uno dei tre appartamenti dell’agriturismo (Il Cipresso, Il Tiglio, Il Nespolo). Il confort è assicurato in entrambe le soluzioni. D’estate c’è la piscina per rinfrescarsi e prendere il sole sdraiati davanti al panorama di Siena; meglio ancora al tramonto, quando il sole cala dietro le inconfondibili forme della Torre del Mangia e del Duomo.
Si possono acquistare anche prodotti cosmetici naturali derivati dalla lavorazione delle uve, dei prodotti delle api e dell’olio extra vergine di oliva.
Prenotazioni – booking – Tel. +39 3467994604 – info@siena-accommodations.it
Amministrazione Tel. +39 0577 222908 – info@castelpugna.com