Il Museo Storico Luigi Arnulfo

13/07/2021

Quasi 150 anni di storia riassunti tra le mura di questa struttura: oggetti e lettere che parlano di un passato importante e di un territorio che ha molto da raccontare. Tutto ebbe inizio nel 1760, quando venne costruita il primo nucleo della cascina Bertoroni, circondata da boschi e vigneti, in un paesaggio simile a quello attuale.

La storia cambiò nel 1873, quando il giovane Luigi Arnulfo ricevette una lettera dal cugino Zabaldano in cui gli veniva proposto l’acquisto della proprietà. A soli 22 anni, Arnulfo rinunciò a seguire la sicura carriera di famiglia come farmacista e diventò un produttore di vino, vivendo direttamente la faticosa attività in questo angolo di Langa. Gli studi non furono però vani e la formazione farmaceutica gli tornò presto utile, agevolandolo per tutto il corso della sua vita lavorativa con idee avveniristiche.

A partire dal 1890 si aprirono nuovi mercati ed opportunità e proprio grazie all’intraprendenza di Arnulfo, il vino Barolo sbarcò finalmente nel Nord America e per la precisione in California. La morte di L. Arnulfo nel 1928 segnò purtroppo l’inizio del declino della cantina. La figlia Carolina non fu animata dalla stessa passione e lungimiranza del padre e dopo pochi anni scelse di cedere i terreni ereditati in usufrutto, abbandonando del tutto la produzione diretta di vino. Quando, nel 1975, anche Carolina morì senza altri eredi, la proprietà rimase nelle mani del Sig. Barale il quale continuò come prima la coltivazione dei vigneti, ma la cascina rimase disabitata.

Nel 1988 il colpo di fulmine e la svolta: Paolo e Guido Sartirano investono in questa proprietà con il sogno di riportarla all’antico splendore. E’ qui che rinasce la cantina di Arnulfo sotto il nome di Costa di Bussia, antico toponimo usato già nell’Ottocento per identificare questa proprietà. I lavori di ristrutturazione necessari per rimettere in sesto i locali della vinificazione e affinamento dove già Arnulfo operava, così come i reimpianti e le cure ai vigneti durano circa un paio d’anni, ma ecco nel 1990 la prima vendemmia produttiva e Costa di Bussia presenta di nuovo i suoi vini.

Nel Museo recentemente allestito si racconta la storia del fondatore, dell’Azienda e le curiosità del suo tempo si intrecciano con le vite di coloro che dalle fine del 1800 hanno conosciuto Luigi Arnulfo, il suo lavoro in vigna ed in cantina, i suoi vini e l’avanguardia delle sue idee, da questo angolo delle Langhe.

Mente, mani e soprattutto cuore vengono messi in luce grazie alle oltre 200 lettere ritrovate e agli oggetti risparmiati dal tempo. Nella soffitta della Cascina Bertoroni è stato infatti trovato un tesoro dal valore immisurabile: le lettere che Luigi Arnulfo aveva ricevuto dai clienti, dai fornitori e dai famigliari a cavallo tra 1800 e 1900. Sono la testimonianza della sua attività e delle sue imprese, con le quali ci accompagna nel suo tempo, un passato che oggi sembra ancora più lontano, con le scoperte scientifiche, le nuove rotte commerciali, il fermento culturale che portò le Langhe ed il mondo del vino locale ad affacciarsi ed interagire con il resto del mondo.

Arnulfo racconta di sé, del suo lungimirante lavoro in campo enologico, ancora oggi da considerarsi un modello. Sa introdurci a quello che è oggi l’enologia e farci apprezzare i lenti e faticosi gesti ripetuti ogni annata dagli operatori, oggi come allora.

Alcune lettere arrivano anche dall’estero, da Londra e da Monaco. Ma il pezzo più importante, anche esposto al Museo, è la lettera ricevuta da San Francisco in California dove Carlo Rossi, importatore locale, ringrazia Arnulfo per il Barolo speditogli. Una testimonianza unica.

L’altro patrimonio storico della cantina è un bottiglione dalla capacità di un gallone riportante l’etichetta originale utilizzata da Luigi Arnulfo, vero pioniere del Barolo nel mondo, trovato nel 1988 da Paolo Sartirano: annata 1883, designazione del luogo di produzione “Regione Bussia – Fini di Monforte d’Alba”, brand awarness “Luigi Arnulfo proprietario”. Un’innovazione incredibile per quell’epoca, e molto altro.

Tra il 2012 e il 2014 sono stati restaurati i locali al primo piano, quelli dove Arnulfo e successivamente la figlia aveva trascorso la propria vita, oggi tranquillo ed elegante agriturismo, mentre la porzione più antica della cascina ospita il Museo e l’annessa sala di degustazione.

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