Comune di Procida

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VIA LIBERTA’, n.12 Città: PROCIDA 80079 – NAPOLI

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L’etimo dell’isola deriva dal nome di epoca romana Prochyta che, stando ad una prima ipotesi deriverebbe a sua volta da Prima Cyme, ossia “prossima a Cuma“, così come doveva apparire l’odierna Procida ai coloni greci nella migrazione da Ischia a Cuma, appunto; altra ipotesi invece vorrebbe il nome di Procida derivi dal greco pròkeitai, “giace”, in considerazione del profilo isolano così com’è visto dal mare. Inoltre, secondo un’ulteriore ipotesi, l’etimologia proverrebbe dal verbo greco “prochyo”, in latino “profundo”: l’isola sarebbe stata infatti profusa, cioè messa fuori, sollevata dal fondo del mare o dalle profondità della Terra. Dal canto suo Dionigi di Alicarnasso, nella sua opera Archeologia Romana, volle far derivare il nome da quello della nutrice di Enea, da lui qui sepolta quando vi approdò. Infine, altra spiegazione etimologica vorrebbe ricondurne il nome all’aggettivo proto-latino “praecidaneus”, ergo vendemmiale, molto idoneo alle caratteristiche dell’isola: infatti, al tempo, Procida non offriva agli antichi villeggianti né passatempi termali, come la vicina Baia, né cittadini, ma probabilmente veniva frequentata solo in occasione della vendemmia delle sue rinomate uve. In effetti, prima di cominciare la vendemmia, era d’uso sacrificare a Cerere, dea della terra, un’agnella o una scrofa, da cui appunto il verbo “praecaedo”, ossia “sacrifico prima”.

Secondo il mito greco qui avvenne inoltre la lotta tra i giganti e gli dei, e come Tifeo e Alcioneo finirono rispettivamente sotto il Vesuvio e Ischia, così Mimante fu posto sotto l’isola di Procida.

Geologicamente l’isola è di origine vulcanica, sorta dalle eruzioni di almeno quattro diversi vulcani, databili tra 55 e 17 mila anni fa, oggi completamente spenti e in gran parte sommersi. Per modalità di formazione e morfologia, Procida somiglia molto all’area dei Campi Flegrei, di cui fa geologicamente parte: l’isola è infatti formata principalmente da tufo giallo e per il resto da tufo grigio, con tracce di altri materiali vulcanici quali, ad esempio basalti. Anticamente era collegata da una stretta falesia alla vicina isola di Vivara, mentre ipotesi più controverse arrivano a supporre vi fosse un collegamento in epoca preistorica con il Monte di Procida sulla terraferma o, più difficilmente, un ulteriore collegamento ancora precedente con l’isola d’Ischia.

L’isola di Procida ha una superficie di 3,7 km² con un perimetro frastagliato e misura circa 16 km. La superficie comunale ricopre interamente l’isola di Procida e il vicino isolotto di Vivara; Il rilievo più elevato è rappresentato dalla collina di Terra Murata, sovrastata da un borgo fortificato di origine medioevale. L’isola si trova a una distanza minima dalla terraferma di circa 3,4 km ed è collegata da un piccolo ponte alla vicina isola di Vivara. Le sue coste, in alcune zone basse e sabbiose, altrove a picco sul mare, danno vita a diverse baie e promontori che offrono riparo alla piccola navigazione e hanno permesso la nascita di ben tre porticcioli sui versanti settentrionale, orientale e meridionale dell’isola. Gran parte del suo litorale viene tutelata dall’area marina protetta Regno di Nettuno.

Tradizionalmente, il centro abitato viene diviso in nove contrade, dette grancìe: Terra Murata, Corricella, Sent’cò con il porto commerciale di Marina Grande, San Leonardo, Santissima Annunziata, detta anche Madonna della Libera, Sant’Antuono, Sant’Antonio e Chiaiolella. Oltre alle classiche cultivar flegree e della vicina Ischia, il vitigno tipico procidano è il Levante.

Procida è diventata capitale italiana della cultura nel 2022 e in tale occasione è stata realizzata la prima bottiglia celebrativa per un simile evento: Mosaico per Procida. Tale iniziativa, condotta dall’associazione Identità Mediterranea e dall’enologo Roberto Cipresso, ha ricevuto sin da subito il patrocinio morale delle Città del Vino col benestare di ben due presidenze, quella di Floriano Zambon e di Angelo Radica, col contributo di Marco Razzano. Di fatto, grazie alle primissime libere donazioni raccolte da questa associazione culturale e devolute alla tesoreria comunale, Procida è diventata la prima isola il cui territorio coincide integralmente con una Città del Vino.

da non perdere

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