Auguri al Rubino di Cantavenna

27/01/2020

L’Associazione nazionale Città del Vino, che conta tra i suoi Comuni un gran numero di città legate ai disciplinari delle denominazioni storiche, vuole celebrare i 50 anni dei vini che hanno ottenuto la certificazione nel 1970 con articoli, eventi e approfondimenti. Iniziamo proponendo una scheda con le caratteristiche e gli abbinamenti di queste DOC (alcune delle quali sono nel frattempo diventate DOCG).

 

RUBINO DI CANTAVENNA

Disciplinare: Approvato con DPR 09.01.70 (GU  71 – 20.03.70)

Regione: Piemonte

Provincia/e: Alessandria

Città di produzione: Intero territorio dei comuni di Gabiano (che comprende la frazione di Cantavenna), di Moncestino e di Villamiroglio, nonché dai territori dell’ex comune di Castel S. Pietro Monferrato, ora incorporato nel territorio del comune di Camino.

Enoregione: BASSO MONFERRATO E COLLINE TORINESI

Vitigni: Barbera (75-90%); Grignolino e Freisa, da soli o congiuntamente, fino a un massimo del 25%

Cenni storici e/o geografici: Questo vino si produce sull’ultima serie di colline del Monferrato che scendono verso il Po e che si affacciano sulla Pianura padana e si trovano di fronte all’arco alpino, in provincia di Alessandria. L’ambiente è caratterizzato da un sistema collinare con altitudine fra i 150 e i 250 m s.l.m., articolato in versanti convessi e valli aperte; a colpo d’occhio si evidenziano morfologie ondulate nelle quali ai vigneti si alternano campi di cereali, medica e noccioleti e sporadiche zone boscate. I terreni sono moderatamente profondi, calcarei, caratterizzati da antichi depositi siltosi-marnosi di origine marina. La zona è caratterizzata dalla strada che porta il nome di "Panoramica del Monferrato" che la attraversa, permettendo al turista di ammirare uno degli scorci più suggestivi di tutto il Piemonte: distese di verdi colli sulla sinistra, le pendici ondulate del Monferrato casalese, dominate dal Sacro Monte di Crea. Cantavenna, frazione del comune di Gabiano, indica il baricentro della zona di produzione, posta a metà fra due castelli, quello di Gabiano e quello di Camino. Cantavenna è di origine celtico-liguri mentre le altre contrade sono prevalentemente di origini Barbare. Si dice che proprio i barbari avrebbero iniziato a coltivare la Barbera, dandole il nome. La Barbera è uva facile e dagli abbondanti frutti, mentre i più raffinati celto-liguri-romani, più avanzati anche nell’arte agricola sfidavano i vitigni più difficili, ostici, bizzarri come il Grignolino ed il Freisa. Nel corso dei secoli i produttori hanno selezionato la migliore composizione dei tre uvaggi fino ad ottenere un prodotto rappresentativo della zona. Il colore è rosso rubino più o meno intenso che con l’invecchiamento può avvicinarsi verso il rosso granato. Vino di buona acidità dovuta al vitigno principale, ha profumi speziati e di frutti rossi che tendono con l’invecchiamento a virare all’etereo. La composizione calcarea dei terreni della zona di produzione unitamente alle escursioni termiche (scarsa piovosità estiva e gradiente termico) favoriscono un ottimo accumulo zuccherino delle uve e un’elevata quantità di tannini che gli conferiscono buona struttura, persistenza e longevità.

Abbinamenti: Perfetto con salumi saporiti, salumi bolliti, primi piatti di pasta o risotti con ragù di carne suina, pollame arrosto, coniglio, bollito misto, funghi e formaggi di media stagionatura.

 

Prodotto: FILETTO BACIATO DI PONZONE (PAT)

Descrizione: Specialità del Monferrato costituita da un piccolo filetto di suino avvolto in un impasto di salame (tre parti di carni suine scelte e una di grasso) macinato grossolanamente e conciato con sale, pepe tritato, noce moscata, aglio, vino rosso e salnitro. Si spalma questo composto su un budello naturale tagliato in lunghezza, si pone al centro il filetto – precedentemente marinato con sale e spezie – e si arrotola il tutto, legandolo e dandogli una forma un po’ tonda. Il segreto di questo singolare prodotto consiste sia nella capacità di mantenere aderenti le due componenti, che durante la stagionatura (dai tre ai sei mesi) tendono a separarsi, sia nel microclima che nasce dall’incrociarsi dei venti provenienti dal continente con quelli del Tirreno, indispensabile per ottenere una perfetta maturazione. Si gusta tagliato a fette sottilissime.

 

Piatto: RABATON CON CREMA DI FORMAGGI (PAT)

Descrizione: Piatto contadino della piana della Fraschetta tra Alessandria e Tortona, prende il nome dal gesto che si fa per formare degli gnocchetti schiacciando e arrotolando tra le mani o su un piano di legno una piccola quantità di impasto (dal dialetto rabatare, «rotolare»). Nel 1999 ha dato vita alla Confraternita du Rabatón, con l’obiettivo di difendere la paternità di questa prelibatezza gastronomica. Da un amalgama di bietole lessate e tritate, ricotta fresca, uova, pangrattato, farina, grana grattugiato, sale e pepe, si ricavano dei rotolini lunghi quattro centimetri e spessi uno. Si mangiano in brodo bollente di carne o verdura oppure scolati, conditi con abbondante burro soffritto con aglio e salvia e crema di formaggi sciolti nel latte (per esempio robiola di Roccaverano, taleggio, fontina) e passati in forno a gratinare leggermente. Si possono degustare per le strade di Litta Parodi in occasione della Sagra che da vent’anni si tiene in questa frazione di Alessandria.

Cerca la città del vino
Generic filters

Ultime Notizie

adv