Auguri al Nebbiolo d’Alba

27/04/2020

L’Associazione nazionale Città del Vino, che conta tra i suoi Comuni un gran numero di  città legate ai disciplinari delle denominazioni storiche,  vuole celebrare i 50 anni dei vini che hanno ottenuto la certificazione nel 1970 con articoli, eventi e approfondimenti. Iniziamo proponendo una scheda con le caratteristiche e gli abbinamenti di queste DOC (alcune delle quali sono nel frattempo diventate DOCG).

 

NEBBIOLO D’ALBA

Disciplinare: approvato con DPR 27.05.1970 (GU 228 – 09.09.1970)

Regione: Piemonte

Provincia/e: Cuneo

Enoregione: LANGHE E ROERO

Città del Vino: Comune di Castellinaldo,Comune di VerdunoComune di Monteu RoeroComune di Montelupo AlbeseComune di La MorraComune di GuareneComune di AlbaComune di Serralunga d’Alba

Tipologie: Nebbiolo d’Alba, Nebbiolo d’Alba Superiore, Nebbiolo d’Alba Spumante, Nebbiolo d’Alba Spumante Rosè

Vitigni: Nebbiolo

Cenni storici e/o geografici: Il Nebbiolo è una delle varietà di vite che accomuna le sorti produttive delle colline alla destra e alla sinistra del fiume Tanaro e il Nebbiolo d’Alba è l’esempio tangibile di questa comune vocazione alla qualità la sua zona di origine, infatti, si estende sul territorio di 25 Comuni situati su entrambe le sponde. Viene coltivato con il sistema di allevamento che meglio si adatta a questo vitigno in questa zona ovvero la spalliera che consente un’ottima attività fisiologica della vite con potatura a “guyot” che favorisce l’equilibrio vegeto produttivo del vitigno. la zona di produzione è caratterizzata dalla formazione delle rocche che va messa in relazione a quel fenomeno geologico che prende il nome di "cattura del Tanaro", col quale si indica il cambiamento di percorso che tale fiume subì in conseguenza di un movimento della crosta terrestre. Questa particolare evoluzione ha portato alla formazione di strati alternati di Sabbie Argille e Calcare, che possono trovarsi miscelati in maniera diversa tra loro a seconda delle zone. La presenza delle sabbie è determinante nei profumi e nelle strutture dei vini che arrivano da quest’area. Negli anni si è raggiunto un ottimo equilibrio tra il vitigno, l’ambiente e la tecnica colturale dei viticoltori che si manifesta in un vino dai toni austeri resistente nel tempo, il colore è rosso granato,il profumo ricorda i sentori fruttati del lampone, del geranio, della fragolina selvatica e quelli speziati di cannella e di vaniglia.

Abbinamenti: Consigliato con affettati e formaggi stagionati, primi piatti al ragù, pasta all’uovo, risotti, lasagne, selvaggina, arrosti e grigliate di carne rossa o pollame nobile, piatti tipici del territorio (fritto misto piemontese, pollo alla Marengo, semolini fritti, fonduta), formaggi a media stagionatura e il tartufo d’Alba. Lo Spumante è un vino da fine pasto.

 

Prodotto: FILETTO BACIATO DI PONZONE (PAT)

Descrizione: Specialità del Monferrato costituita da un piccolo filetto di suino avvolto in un impasto di salame (tre parti di carni suine scelte e una di grasso) macinato grossolanamente e conciato con sale, pepe tritato, noce moscata, aglio, vino rosso e salnitro. Si spalma questo composto su un budello naturale tagliato in lunghezza, si pone al centro il filetto – precedentemente marinato con sale e spezie – e si arrotola il tutto, legandolo e dandogli una forma un po’ tonda. Il segreto di questo singolare prodotto consiste sia nella capacità di mantenere aderenti le due componenti, che durante la stagionatura (dai tre ai sei mesi) tendono a separarsi, sia nel microclima che nasce dall’incrociarsi dei venti provenienti dal continente con quelli del Tirreno, indispensabile per ottenere una perfetta maturazione. Si gusta tagliato a fette sottilissime.

 

Piatto: FONDUTA

Descrizione: Ricetta caratteristica delle Alpi Occidentali, la cui paternità è contesa tra Valle d’Aosta, Piemonte, Savoia e Svizzera. Si lascia riposare la fontina, immersa nel latte, per almeno due ore. Trasferito il tutto in un tegame di terracotta o altro materiale pesante, si aggiungono tuorli d’uovo e burro e si cuoce a bagnomaria, a fiamma bassa, mescolando continuamente per circa trenta minuti ed evitando di farlo bollire. Quando la crema ha raggiunto una consistenza densa e omogenea, viene servita ben calda in tegamini di coccio riscaldati, con una spolverata di pepe bianco appena macinato e scaglie di tartufo bianco o grigio. Ottima come piatto unico se servita insieme a polenta o verdure cotte.

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